Trieste, primo Maggio di 76 anni fa

Riportiamo in poche righe il ricordo di un esule istriana Annamaria Crasti, racconta la giornata del primo Maggio di 76 anni fa, quando Tito entrò a Trieste e iniziò una politica di deportazioni, stragi in tutta la Venezia Giulia.

«All’alba del primo Maggio1945, ben 76 anni fa, arrivavano a Trieste, scendendo per via Fabio Severo ,i primi carri armati jugoslavi. I titini arrivavano a ondate nel capoluogo triestino. I primi con divise in ordine ma ben armati. Gli ultimi, tra le sghignazzate degli americani, su carri tipo Far West, tra canti e suoni di fisarmoniche.

Le “ drugarizze” armate fino ai denti. Erano considerati l’esercito “ liberatore”!Sono cento le persone scomparse nella notte innocenti ma con la gravissima colpa di essere italiani. Per gran parte della popolazione italiana saranno giorni tragici, di grande incertezza, paura legate alle ritorsioni. Molti saranno deportati a Borovnica e in tantissimi altri campi di concentramento, torturati e infoibati a Opicina, Abisso Plutone, Monrupino, Basovizza.Intanto gli alleati, in Prefettura, brindavano con i titini la loro nuova amicizia.

Rimasero a guardare lasciando fare ai titini il loro lavoro. Così gli esuli ricordano la giornata del primo Maggio. Ricordano il “buon lavoro iniziato” quel giorno e continuato a Trieste per ben 42 giorni, quando gli jugoslavi dovranno lasciare Gorizia, Trieste e Pola all’amministrazione militare angloamericana.»

(La “drugarizza” vista da Riccardo Lensky, così come viene descritta in Trieste Venezia Giulia)

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